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L’ última cena

Questa è una storia del grande pittore e scultore Leonardo Da Vinci, che racconta come ha realizzato una delle sue opere più maravigliose: L’ultima Cena.

 

Ci mise ventidue anni per dipingerlo in quanto era molto esigente nel cercare le persone che avrebbero fatto da modelli.

Aveva avuto seri problemi per scegliere chi avrebbe rappresentato Gesù. Cercava qualcuno che riflettesse nel suo viso, purezza, nobiltà, i sentimenti più belli e allo stesso tempo possedesse una straordinaria bellezza maschile.

Finalmente, trovò un ragazzo con quelle caratteristiche e lo dipinse prima di tutto.

Dopo aver trovato chi avrebbero rappresentato gli apostoli, che dipinse insieme, lasciò per ultimo Giuda Iscariote, in quanto non trovava un modello adatto.

Leonardo voleva una persona grande d’etá, che mostrasse sul suo volto l'impronta del tradimento e dell’avarizia. Per questo motivo il quadro rimase senza finire, per quasi vent’anni, finché gli parlarono di un terribile criminale che avevano arrestato.

Dopo averlo visto si rese conto che era esattamente il Giuda che voleva per finire la sua opera d’arte. Chiese al direttore della prigione di permettere al prigioniero di posare per lui.

Il direttore, conoscendo la fama del maestro Da Vinci, accettò con piacere e portarono il prigioniero, sorvegliato da due guardie e incatenato, allo studio del pittore.

Durante tutto il tempo, il prigioniero, che non sapeva di cosa si trattasse, non mostrò nessun tipo di emozione per essere stato scelto come modello e rimase in silenzio e distante.

Allá fine, Da Vinci, soddisfatto del risultato, chiamó il prigioniero e gli mostrò  l’opera; quando questo la vide, particolarmente impressionato, cadde in ginocchio piangendo e chiedendo perdono a Dio.

Da Vinci, sorpreso, gli chiese cosa gli stesse succedendo e il prigioniero rispose: -Maestro Da Vinci, non si ricorda di me?- Da Vinci, lo guardò attentamente e gli rispose: -No, non lo ricordo-.

-Maestro, io sono quel ragazzo che diciannove anni fa ha scelto per rappresentare Gesù in questo stesso quadro.

La bellezza fisica non è una garanzia, come dice il proverbio, «Il viso è lo specchio dell’anima» e questa storia ci fa vedere la faccia peggiore di questo proverbio.

«La pace, l’amore, la bontà, il perdono, così come le cattive decisioni della vita, l'egoismo, l’odio, il risentimento, l’amarezza…senza pretenderlo e anche se non volessimo, si riflettono sul nostro viso. A proposito, quando ti guardi allo specchio, cosa vedi?  ».

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